La cognizione della notizia

Ieri sera alle 20:12 il Corriere pubblica la bozza del Decreto della Presidenza del Consiglio senza dire inizialmente che è una bozza. Per conferma si può andare sullo snapshot di Internet Archive.

Alle 22:07 Il Post spiega che non pubblicherà nulla finché non sarà ufficiale. Alla mezzanotte giornalisti e osservatori si accorgono che in Gazzetta Ufficiale non è pubblicato nulla.

Alle 00:45 (siamo ormai l’8 marzo) Lorenzo Pregliasco scrive che è prevista una conferenza stampa “a breve”.

Alle 1:42 Pregliasco conferma la conferenza “tra 10 minuti”.

Alle 2:17 il Presidente del Consiglio è in conferenza chiarendo “una cosa inaccettabile […] che mette a repentaglio la correttezza del Governo e della sicurezza degli Italiani”.

Nella mattinata dell’8 marzo gira tra gli account twitter un lancio alle 1:28 italiane della CNN in cui afferma che “The text of the draft proposal – also sent to CNN by the press office of the Lombardy regional authority”.

Nel frattempo scattano le fazioni pro e contro pubblicazione della bozza che ha causato nella notte un letterale assalto ai treni da Milano. Iacoboni sintetizza che se i giornalisti non pubblicassero si porrebbero “in una zona di complicità e ricatto”. Silvia Sciorilli Borrelli conferma che “di bozze ne giravano parecchie. Ma sempre di bozza si parla”.

Ora delle due l’una: o alcuni giornalisti sono complici e ricattabili, oppure considerano notizia un fatto che ha una sua fissità nello spazio e nel tempo: una bozza non è dotata né di firma né di protocollo né tantomeno di attuatività. A questo aggiungo che la CNN esplicita nel titolo “Italian cabinet discussing proposal for coronavirus lockdown on chunk of northern Italy” che è una draft proposal, mentre nel primo lancio del Corriere spiccava invece l’etichetta “esclusivo”.

Chi lavora con i dati sa che questi raramente sono originali, e che le informazioni derivano dai metodi e criteri di rilevazione, osservazione e aggregazione. In questo caso l’ansia ha escluso la vera notizia, ovvero che l’ufficio stampa della Regione Lombardia, nel ricevere la bozza per le osservazioni, ha passato il documento non ancora approvato ai giornalisti. Quindi uscire con un lancio

Ad alcuni giornalisti è stata inoltrata una bozza del decreto dall'ufficio stampa della Regione Lombardia, stiamo valutando le conseguenze di una pubblicazione - Seguiranno aggiornamenti

avrebbe ottenuto una maggiore credibilità e arricchito - non solo di click - la cronaca di quelle ore concitate.

Peccato. Perché ora le fazioni si sono schierate e chi perde sono comunque i giornalisti.

screenshot del Corriere